Il piede dell’uomo è un vero e proprio capolavoro biologico. Rigido e flessibile allo stesso tempo, consente all’uomo di stare in piedi e camminare, comportandosi come una leva ammortizzata, adattabile alle diverse conformazioni del suolo. E’ costituito da 26 ossa, (un quarto di tutte le ossa del corpo), 33 articolazioni ed una struttura di oltre 100 tendini, muscoli e legamenti, innervati e nutriti da una fitta rete di vasi e nervi. Le varie componenti del piede lavorano in armonia, ripartendo tra loro le tremende sollecitazioni meccaniche del vivere giornaliero. Nel corso di una giornata i nostri piedi sopportano camminando, una forza equivalente a diverse tonnellate di peso, risultando per questo più soggetti ad ingiurie rispetto alle altre parti del corpo. Sarebbe un grave errore però, credere che dolore e fastidio siano normali, ricordando che il dolore specie se protratto è sempre un campanello d’allarme che il nostro organismo usa per segnalare una condizione patologica che deve essere sempre identificata e risolta.

Alluce valgo
E’ sicuramente l’affezione più comune nella patologia del piede, presente in almeno una donna su trecento. In condizioni di normalità le dita sono perfettamente allineate ai metatarsi corrispondenti, rappresentandone il loro naturale prolungamento. Nella condizione di alluce valgo, il primo metatarso si allarga a ventaglio allontanandosi dai metatarsi centrali, deviando così verso il lato interno del piede, creando la caratteristica sporgenza. La falange trovando la sua base d’appoggio spostata devia verso le dita, così che i loro assi longitudinali formano un angolo, chiamato angolo di valgismo, da cui prende il nome la deformità. La risoluzione di tale problema è esclusivamente chirurgica.

     
preoperatorio   postoperatorio   preoperatorio   postoperatorio

La chirurgia percutanea
Rappresenta una novità assoluta in tale campo. Messa a punto in Spagna, consiste nel correggere la deformità applicando attraverso un semplice forellino praticato nella cute, e sotto controllo scopico, delle minifrese appositamente disegnate in modo da poter asportare la prominenza metatarsale e praticare osteotomie correttive della falange. Particolarmente gradita ai pazienti in quanto non prevede incisioni e cicatrici cutanee, ha il vantaggio di tempi di recupero più brevi rispetto alla chirurgia tradizionale. Deve però essere effettuata da mani assolutamente esperte, in quanto necessita di una perfetta conoscenza delle strutture anatomiche, che altrimenti rischiano di essere danneggiate dallo strumentario applicato a cielo chiuso.

     
Chirurgia percutanea            

Nei casi più complessi che necessitano di un restringimento funzionale dell’avampiede, l’osteotomia di Austin praticata mediante un piccolo accesso cutaneo e sintetizzata con delle viti riassorbibili, rappresenta come sancito anche quest’anno all’American Academy del 2007 di San Diego, l’intervento di elezione per la correzione di tale deformità.

 

Piede piatto

Patologia molto frequente che prende nome dall’appiattimento della volta plantare il cui arco interno si abbassa a seconda del grado di deformità fino a prendere contatto con il suolo. Responsabile di tale patologia è la debolezza costituzionale di alcuni legamenti la cui lassità provoca lo scivolamento verso il basso e verso l’interno dell’astragalo sul calcagno. Conseguenza di ciò è l’eccessiva trazione dei muscoli e dei tendini della parte interna del piede che clinicamente si manifesta con facile stancabilità e senso di pesantezza, e che nei casi inveterati non trattati con plantari di sostegno può evolvere con artrosi e dolore al carico. Il piattismo del piede si accompagna inoltre ad alterazioni posturali per le ripercussioni sulla struttura scheletrica soprastante. La rotazione verso l’interno del retropiede (iperpronazione), provoca infatti la rotazione interna di tutto l’arto inferiore, le ginocchia tendono ad avvicinarsi tra loro (valgismo), il bacino spinto dai legamenti delle anche ruota a sua volta verso il basso, obbligando la colonna lombare ad accentuare la sua normale curvatura (iperlordosi - lombare), con conseguente squilibrio anteriore di tutto il tronco.

Terapia ortesica : mediante il ricorso a plantari ben progettati, che nel bambino tentino la correzione agendo da stimolo propriocettivo favorendo la compensazione muscolare, e che nell’adulto sostengano la caduta dell’arco interno evitando ripercussioni posturali negative.
Terapia chirurgica: nei casi ribelli alla terapia conservativa si ricorrerà alla correzione chirurgica. E’ indicato un intervento semplice ed atraumatico chiamato calcaneo stop consistente nell’applicazione di una piccola vite sul calcagno che impedisce lo scivolamento dell’astragalo verso il basso e stimola le terminazioni propriocettive mettendo in atto dei compensi neuromuscolari che portano alla correzione definitiva della deformità anche dopo la rimozione della vite.

     
Piede piatto            

 
 
 
 
 
 
 
Alluce valgo
 
 
Piede piatto
 
 
 
 
 
 
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