Morbo di Dupuytren
La malattia colpisce il palmo della mano e le dita. Consiste nella formazione di noduli e di cordoni fibrosi che tendono a fare ripiegare il palmo e le dita stesse. Spesso è ereditaria e colpisce soprattutto gli uomini non più giovanissimi. Nelle fasi iniziali la malattia va solo fatta controllare da un chirurgo della mano. Non sempre è bene operare: infatti negli stadi iniziali può essere dannoso e causa di recidive. Quando le dita si cominciano a piegare e il palmo appare molto retratto, allora è arrivato il momento di sottoporsi all’intervento chirurgico. Durante quest’ultimo verranno asportati tutti i noduli e le corde fibrose dalla sotto cute attraverso delle mini incisioni; si esegue con una anestesia loco-regionale del braccio. Il paziente torna a casa la sera con un piccolo palmarino di plastica sul dorso della mano. Non è particolarmente doloroso.
Dopo 7/10 giorni verranno asportati i punti e si inizierà un ciclo di fisioterapia, con una terapista specializzata nella mano, la quale applicherà un tutore di plastica che aiuterà nella distensione definitiva della mano e della dita e completerà la fisioterapia (15 sedute) con massaggi esercizi specifici e chinesi passiva, laddove è necessaria.

     
  Morbo di Dupuytren   Tunnel carpale  

Rizoartrosi

La malattia colpisce una delle articolazioni del pollice, quella localizzata tra il trapezio e il primo metacarpo. L’articolazione è danneggiata dall’artrosi e il paziente riferisce dolore tutte le volte che utilizza il pollice. Spesso non è più in grado di afferrare oggetti e di compiere movimenti fini.
Generalmente questa malattia colpisce le donne di età intermedia e avanzata (dai 50 anni in poi). Anche gli uomini affetti da artrosi possono manifestare i sintomi in questa zona. Spesso le persone colpite manifestano segni di artrosi anche in altre regioni del corpo.
Una radiografia della mano in due proiezioni ci permette di fare la diagnosi corretta. La sintomatologia dolorosa alla base del primo dito ci conferma la diagnosi.
Inizialmente può essere applicato un tutore specifico in plastica traspirante che il paziente indosserà durante il giorno soprattutto quando utilizza molto la mano. Una infiltrazione locale con il cortisone può migliorare la sintomatologia temporaneamente. Se il dolore continua persistente o riappare è indicato l’intervento chirurgico. Quest’ultimo si esegue con una anestesia loco regionale del braccio attraverso una mini incisione alla base del primo dito nella regione radiale del polso. Il paziente torna a casa la sera con un piccolo gesso che immobilizza il primo dito e metà dell’avambraccio.
Durante l’intervento viene asportato l’osso trapezio e viene sostituito con una porzione di tendine arrotolata su se stesso a formare un cuscinetto. Tale sostituzione consente al metacarpo di muoversi in maniera corretta senza più provocare dolori. Nelle tre settimane successive all’intervento il paziente resterà con il dito e l’avambraccio immobilizzati. Dopo tale periodo verrà iniziata la fisioterapia per circa 20 giorni. Si otterrà la scomparsa totale del dolore, il recupero di tutti i movimenti fini della mano (cucito, ricamo, pittura ecc.) La forza del primo dito non verrà recuperata al 100%. Talvolta dopo due mesi si può avvertire la riaccensione del dolore dovuta ad una tendinite che spesso appare quando la mano si rimette in moto, tuttavia il sintomo è solo temporaneo, niente di preoccupante.

Dito a scatto o tenosinovite dei tendini flessori
La patologia si manifesta quando muovendo le dita della mano uno di queste rimane incastrata in flessione e il paziente riferisce di dover utilizzare l’altra mano per estenderlo. L’estensione forzata provoca spesso un vero e proprio scatto. Generalmente colpisce pazienti affetti da artrosi o coloro che svolgono pesanti lavori manuali. Nei bambini neonati tale malattia può essere congenita e colpire il primo dito. I tendini flessori scorrono all’interno di anellini fibrosi chiamati "pulegge". In caso di infiammazione o traumi ripetuti lo scorrimento può risultare ostacolato dalle stesse pulegge. Più frequentemente ad ostacolare il movimento dei tendini flessori è la puleggia che si trova alla base del primo dito. L’intervento chirurgico consiste nell’eseguire una incisione di 0.5 cm alla base del dito in anestesia locale; si individua la puleggia che verrà aperta. I punti verranno asportati dopo 7gg e non sarà necessaria la fisioterapia.
Nel caso in cui il paziente fosse un neonato, consigliamo di eseguire l’intervento il prima possibile: infatti un ritardo potrebbe avere conseguenze molto gravi: il cervello del bambino si abitua ad utilizzare la mano senza utilizzare il pollice e questo potrebbe non essere più recuperabile. Considerando che questo intervento è poco invasivo, il consiglio è di non attendere troppo a lungo.

     
  Tenosinovite dei tendini flessori   Morbo di Dequervain  

Tunnel carpale
La sindrome del tunnel carpale è una malattia molto frequente. Colpisce soprattutto le donne intorno ai 50/60 anni. Anche se può essere diagnosticata spesso in pazienti più giovani e in pazienti di sesso maschile. E’ dovuta ad un restringimento del "canale del carpo". Questo canale è localizzato nel palmo della mano. Al suo interno passa il nervo mediano. Questo nervo porta la sensibilità alle prime tre dita. Se il canale si restringe il nervo viene compresso e appare la sindrome del tunnel carpale. Il paziente avverte un formicolio alle prime tre dita della mano, soprattutto la notte. Di giorno i sintomi possono migliorare. Nei casi più gravi si può avere dolore esteso a tutto il braccio. Non sono note cause precise, ma la malattia potrebbe essere dovuta ad alterazioni ormonali, artrosi associata a stress della mano da lavoro, gonfiore della mano dopo traumi ecc.
La cura consiste in un intervento di piccola entità, non doloroso e di breve durata ( circa 10 minuti). Si svolge ambulatorialmente o in regime di day hospital, con una anestesia locale. Consiste in una incisione di un centimetro e mezzo o due centimetri, sul palmo della mano e nella successiva apertura del canale del carpo, liberando il nervo dalla compressione. Per eseguire tale intervento si utilizzano degli occhiali di ingrandimento e tecniche di microchirurgia.
Il decorso post-operatorio non è doloroso. Si avranno tre punti di sutura sul palmo della mano che saranno rimossi dopo 10 giorni. La sera stessa dell’operazione il dolore e il formicolio tipici scompariranno: i benefici si avvertono immediatamente. Nei casi più gravi però il dolore al braccio potrebbe durare un mese, al massimo due.
L’esame principale da eseguire è l’elettromiografia che ci indica precisamente il funzionamento del nervo e dei muscoli della mano da lui innervato. Importante è eseguire su richiesta del medico una RX della cervicale.

Morbo di Dequervain
Tale malattia è una infiammazione dei due tendini del pollice (estensore breve e abduttore del primo dito), che scorrono all’interno di un anello di fibre alla base del primo dito sul polso. La pressione dei tendini all’interno di questo anello aumenta provocando dolore. Questo è alla base del primo dito e aumenta con i movimenti di estensione del pollice o dopo gli sforzi di questo. Tale patologia è una malattia da lavoro. Può colpire tutti coloro che eseguono sforzi ripetuti con il primo dito (estetiste, parrucchieri, informatici, segretarie e chiunque scriva molto). La cura potrebbe essere la la fisioterapia (laser) o una infiltrazione di cortisone. Se il dolore non passa è necessario l’intervento chirurgico. Questo si svolge ambulatorialmente in anestesia locale e consiste nell’aprire l’anello fibroso liberando i due tendini. In questo modo si cura la loro infiammazione. I punti della ferita che è di circa un centimetro e mezzo alla base del primo dito, saranno tolti dopo dieci giorni; il dolore migliora immediatamente.

Malformazioni: Sindattilia e Polidattilia
Le malformazioni della mano sono molteplici e di differenti gravità. L’importante è sottoporsi a più di una visita specialistica e poi scegliere un chirurgo dopo aver fatto insieme un programma ben preciso. L’emotività di fronte ad un problema del proprio figlio spesso prende il sopravvento sul buon senso. Dopo l’impatto con la malformazione è importante che il genitore per primo la accetti. Solo così si avrà la possibilità di curare al meglio il proprio figlio soprattutto perché il problema cresce con il bambino, che sarà il più adattabile di tutti al problema.
Le malattie più frequenti sono: la sindattilia, la polidattilia e la agenesia
La sindattilia consiste nell’unione di due o tre dita tra di loro. Ciò che è importante definire è se l’unione tra le dita è solo della pelle o anche delle strutture ossee e tendinee. Inoltre attraverso un esame radiografico è importante stabilire se le singole falangi ossee delle dita sono tutte presenti o se alcune sono in comune tra due dita. . I primi interventi debbono avvenire molto precocemente. La separazione delle dita avviene mediante una plastica della cute nello spazio interdigitale ed una attenta separazione delle ossa, dei tendini e dei nervi. I bambini porteranno dei piccoli tutori nei primi giorni e verranno affidati ad una terapista della mano nel post operatorio che resterà in contatto con il chirurgo che lo ha operato. Mano a mano che il bambino cresce verranno se necessario programmati nuovi ritocchi all’intervento principale per modellare le dita stessa.
La polidattilia consiste in una malformazione in cui le dita della mano possono essere in ecceso. La polidattilia può essere unicamente del pollice o di più dita lunghe. E’ importante stabilire qual’è il dito accessorio e quale il principale. Per poter decidere quale dei due dovrà essere asportato. Inoltre bisognerà tener conto anche della posizione del dito stesso e di quale dito è più utile per l’uso della mano. Il programma chirurgico va iniziato precocemente (due/tre anni) e seguito nel tempo.
La agenesia consiste nell’assenza di un dito. Potrà essere valutata la ricostruzione soprattutto nel caso del pollice mediante un trapianto del dito del piede. In particolare viene trapiantata una porzione dell’alluce. Anche in questo caso l’intervento va effettuato nei primi anni di vita, altrimenti il cervello del bambino si abituerà a non usare il pollice e l’operazione sarà stata inutile.

 
     
 
 
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